Riportiamo qui di seguito un i
commenti che sono arrivati all'indirizzo e-mail di Attiva Mente
a partire dal 15 settembre mattina (con l'aggiunta di qualche
testimonianza trovata in qualche newsgroup della rete).
In pratica: sono una sedimentazione
di Attiva Mente,
nel mentre che da un atto si trasformava
in un fatto (progressivamente ormai trascorso)
Li riportiamo un po' tutti in versione integrale.
Abbiamo cercato però di contenere i complimenti, che molti
hanno espresso (e di cui ringraziamo), rigirandoli a tutti i
partecipanti ad Attiva Mente.
Ci scusiamo se talvolta può esserci qualche eccesso di
entusiasmo (o almeno che tale può sembrare a qualcuno)
ma non si può tagliare più di tanto.
L'ordine dei messaggi è quello di ricevimento.
Benchè i testi siano stati di regola tutti firmati, abbiamo
ridotto tali firme alle sole iniziali.
Un po' per la leggendaria privacy e un po' perchè ci piace
pensare che quello riportato qui sotto sia un commento in qualche
modo corale, pur nelle sue varietà di intonazione, di
canti e controcanti.
e-mail
Sto partendo per lavoro all'estero e non
potrò partecipare alla Vostra interessante e "curiosa"
iniziativa. Spero che comunque il vostro sito rimanga attivo
anche nel futuro, per poter rimanre in contatto dall'estero per
le vostre nuove iniziative e/o pubblicazioni, etc. Saluti. -
P.U.
Oggi era stato da me destinato ad Attivamente,
ossia al piacer mio. Un non previsto (e non scaricabile) impegno
- categorie di cose che probabilmente non ti è ignota
- mi impedisce di realizzare il vagheggiato progetto. Me ne spiace
(soprattutto per me). - G.M.
Cara attivamente (caro P.), come spesso
succede le proprie preferenze vengono sacrificate alle altrui.
Non posso venire a Torino per attivamente. Seguo sul sito. Un
abbraccio. Allego un piccolo contributo. - E.S.
Mi tocca purtroppo confermare quanto ti
andavo dicendo sulle mie difficoltà: per motivi imprescindibili
non revocabili (malgrado ogni tentativo fatto) non mi sarà
possibile essere presente. Auguro a te e a tutti gli altri comuni
amici di Torino il più largo e profondo successo. Attiva-mente
e affettiva-mente. G.T.
Le foto non sono venute molto bene. Tolte
le mosse, le bruciate e le incomprensibili sono rimaste queste.
- E.R.
Cari organizzatori di ATTIVAMENTE! Con
queste due righe voglio ringraziare di cuore tutti gli organizzatori
di "AttivaMente". Per me è stata una bellissima
esperienza! Spero che si possa ripetere..... Di nuovo GRAZIE
e un GRAZIE particolare a ... da S. Ciao a presto!!!!!
Volevo ringraziare tutti gli organizzatori
del convegno per la bella esperienza che mi avete regalato! In
questi tre giorni ho cambiato idea su una cosa molto importante:
in questo momento non penso più di aver sbagliato scegliendo
di fare psicologia... Una storia lunga che vi risparmierò,
in ogni caso: grazie! Inoltre sto per iniziare la mia tesi sulla
danzaterapia... E' stato utile vivere personalmente cose lette
solo sui libri. Mi piacerebbe inserire all'interno della mia
tesi l'esperienza del convegno... - S.
C'e qualcuno di voi che ha preso parte
ai laboratori di AttivaMente 15, 16, 17 Settembre a Torino? Se
si mi piacerebbe scambiare le impressioni. Durante i Laboratori
ho cercato di indagare se qualcuno dei partecipanti fosse iscritto
a questa ML, ma non ne ho scovato nessuno. Io personalmente ho
trovato i laboratori molto interessanti. Ci sono entrato da semplice
curioso, e poi ne sono rimasto coinvolto piu' di quanto potessi
immaginare. Si e' lavorato molto con lo Psicodramma, e con il
PlayBack Theatre, oltre a varie altre forme di psicoterapia "alternativa".
Anzi l'invito ad intervenire e' rivolto anche a chi ha avuto
altre esperienze di Psicodramma o similari. - A. [da un forum
su internet]
Ciao E., vedo che ci siamo accuratamente
evitati. Io sabato mattina ho partecipato ad ARTE, nel pomeriggio
a Playback, e domenica a "GruppoAnalisi" con tema:
la Sessualita'. Pero' a questo punto sono sicuro che come minimo
ci siamo incrociati (se non addirittura parlati) visto che molti
laboratori si tenevano alla chiesa di S. Giuseppe (ed eravamo
sempre piu' o meno gli stessi). Ecco una cosa mi e' dispiaciuta,
e cioe' di non aver preso parte a nessun lab di Psicodramma Analitico.
Tu che hai avuto modo di confrontrare l'analitico con il classico,
che idea ti sei fatto sui due tipi di approccio? E in rapporto
al Playback? Io personalmente ho trovato il Playback molto interessante,
soprattutto per il senso di sdramatizzazione con cui tendeva
a riformulare gli avvenimenti emotivi dei narratori. Anche se
poi (come avrai visto al Carignano) spesso si tendeva al cabaret
vero proprio. In verita' mi chiedevo se ogni storia "deve"
essere per forza interpretata secondo criteri sdrammatizzanti,
dato che sia al laboratorio che al teatro non ho visto mai una
sola scena con il grado di "profondita' che invece dominava
nello Psicodramma. Insomma con lo Psicodramma principalmente
si piangeva, con il Playback era tutto un ridere... e volevo
capire se era stato solo un caso. La seduta di "sessualita'"
e' stata ugualmente interessante, e in verita' sono uscite molte
"confessioni" scottanti. Ecco, questa e' forse la cosa
che piu' mi ha favorevolmente colpito. Persone diverse, mai conosciutesi
prima, che raccontavano episodi di se' di una tale intimita'
che forse nemmeno in una vita intera si dicono tutte, e di cui
le persone a noi piu' care conoscono solo una piccolissima parte.
Esperienza veramente unica. - A. [da un forum su internet]
Nello psicodramma analitico la teoria
di cui ci si serve per le interpretazioni e' chiaramente quella
junghiana. Quello classico deriva invece dal lavoro di Moreno.
In quello classico, visto al teatro Carignano (che aveva scopi
dimostrativi) partecipavano anche alcuni attori (chiaramente
non presenti di solito in terapia) e la "restituzione"
finale veniva lasciata al pubblico (non al terapeuta come in
quello analitico), inoltre verteva su esperienze personali e
non sui sogni come quello analitico a cui ho partecipato. Lo
psicodramma analitico tiene, in generale, molto piu' presente
l'aspetto teorico mentre Moreno era molto piu' orientato alla
pratica rispetto alla teoria. Gli altri aspetti erano piuttosto
simili, in effetti anche quello analitico ha scatenato emozioni
molto grandi e' personalmente l'ho trovato molto interessante.
Riguardo al Playback deve tenere conto del fatto che in terapia
non sono gli attori a mettere in scena la storia che viene raccontata
e quindi l'aspetto comico (che veniva dato dagli attori) non
e' per nulla scontato. Sicuramente ci siamo incrociati, io prendevo
le iscrizioni per sabato pomeriggio. Ciao E. [da un forum su
internet]
Ringraziando tutta l'organizzazione per
l'evento che è riuscita a farci vivere, da coloro che
ci hanno risposto al telefono e coloro che ci hanno atteso all'inizio
dei laboratori. Un saluto ad A. Cogliamo l'occasione per inviare
uno specifico ringraziamento agli studenti del gruppo I.F. che
hanno aiutato noi psico liguri a permanere "comodamente"
a Torino (aiuti per spostamenti, indicazioni logistiche, compagnia).
In particolare un ringraziamento a C.G. che ci ha ospitato e
curato per tutti e tre i giorni nonostante la stanchezza e l'impegno
profuso nell'iniziativa. - M.R., M.R.
Non ho parole perchè... Sono una
studentessa di psicologia dell'Università di Torino. Piena
di passione e interesse per quello che studio e per quello che
spero un giorno sarà il mio lavoro. Curiosa di conoscere
le diverse "forme concrete dell'intervento psicologico".
Ma che trova piuttosto complicato entrare in contatto con tali
conoscenze se la manifestazione da Voi organizzata non viene
minimamente pubblicizzata, neppure tra gli iscritti alla facoltà.
E che si è sentita molto dispiaciuta e delusa lunedì
18 settembre, apprendendo per la prima volta dell'avvenuta manifestazione,
incappando casualmente in una locandina semi-nascosta in una
bacheca dell'immenso atrio di Palazzo Nuovo. Insomma, ... trovo
piuttosto assurdo organizzare un incontro così interessante
e arricchente e poi lasciare che passi nel quasi-silenzio...
E lo trovo anche triste e irritante per chi, come me, ha in questo
modo perso una bella esperienza. Spero che vorrete tenere conto,
la prossima volta, di questo mio piccolissimo intervento che,
Vi assicuro, si fa portavoce del pensiero di più di uno
studente e terrete in maggior conto l'importanza di un'adeguata
informazione. Grazie. - D.B.
Eccomi! Sono C.S. Mi ero iscritta a due
laboratori il sabato e la domenica mattina su "gruppoanalisi"
e "arte", ma purtroppo una tonsillite mi ha costretta
a casa tutta la settimana. Ormai non mi rimane che prendere visione
degli atti! Vi mando questa mail perché mi è molto
spiaciuto non essere riuscita a partecipare e perché spero
mi teniate informata circa altre eventuali iniziative. Grazie
e a presto!
Il congresso si è ormai concluso
felicemente,con grande partecipazione e molto interesse, anche
il mio laboratorio è piaciuto ai partecipanti, si erano
prenotati in 19 ma alla fine se ne sono presentati fortunatamente
solo 6 così abbiamo potuto fare un vero gruppo di psicodramma
dal quale sono state messe in scena due fotografie, e al termine
del lavoro tutti erano molto soddisfatti, il gruppo era giustamente
eterogeneo: un ragazzo e una ragazza di Firenze,un ragazzo e
una ragazza di Torino, e due signore di Mazzara del Vallo, come
vedi Nord, Sud e Centro! stessa cosa per le età. Io sono
dovuta rientrare sabato pomeriggio per motivi di famiglia e non
ho fatto in tempo a mettermi in contatto con la segreteria ...
Grazie e arrivederci all'anno prossimo. - L.C.
Prima di dare un feed-back, mi sembra
doveroso inviare un plauso ad Attiva Mente e a chi, in modo veramente
disinteressato, organizzatori e conduttori, vi si sia prodigato.
Ho partecipato il sabato pomeriggio alla sessione cosiddetta
di Gruppoanalisi, condotta da R.M.; in effetti non si trattava
affatto di gruppoanalisi, come immediatamente dichiarato dalla
conduttrice stessa, ma (così io l'ho vista) di una specie
di conferenza a più voci (di alcuni allievi...) in cui,
comunque, veniva lasciato lo spazio anche ad altri partecipanti:
come acquistare una bottiglia di vino e trovarvi della birra:
birra anche buona, anche se troppo reclamizzata..., ma non vino.
Ad ogni modo, in sintesi: un'esperienza "curiosa",
ma, in fondo, non sgradevole. Il sabato sera, al Carignano, il
Play-back theatre: bravi, molto bravi gli "attori"
che hanno saputo superare l'emozione di trovarsi in un vero teatro
di fronte a molte persone. Un dubbio: in quasi tutte le "storie"
rappresentate, oltre all'"amplificazione" dei tratti
salienti, connotanti la storia stessa, era chiaramente percepibile
una sorta di "caricatura", per lo più bonaria,
ma non sempre. Mi sono chiesto se questo era mirato ad ottenere
il favore del pubblico o se fa parte intrinseca della tecnica.
Nell'altra volta in cui ho assistito al Play-back (l'anno scorso,
a Castiglione Torinese, in occasione della commemorazione di
Moreno) questo aspetto caricaturale non era presente (o non l'ho
percepito): per altro l'efficacia della rappresentazione, molto
ben incanalata dalla conduzione, non ne aveva punto risentito.
Molto simpatico vedere il Preside della facoltà di Psicologia
correre qua e là per portare il microfono, anziché
affidare la prestigiosissima mansione alla solita laureanda o
neo-laureata disponibile. Formulo l'augurio che questa manifestazione
possa ripetersi, con le dovute trasformazioni, dato che panta
rei, nel futuro. Cordialmente. - P.M.
Volevo ringraziarvi per questa vostra
inziativa che per me è stata bellissima.io sono stato
uno degli unici frequentatori che ha vissuto l'evento senza interessi
inerenti lo studio ma non per questo è stato meno interessante
anzi penso di essermi calato nell'iniziativa in maniera positiva
traendone un gran beneficio, infatti sono tornato a casa con
tante piccole esperienze in più, insomma è come
un piccolo mosaico che ora io stò cercando di rimettere
a posto.spero inoltre di aver lasciato qualcosa di positivo pure
io. voglio salutarvi con un arrivederci al prossimo Attivamente
e spero ci sia una partecipazione maggiore di persone come me
penso che sarebbe ancora più in quanto ci sarebbe più
confronto. grazie per ora - M. di Frenze
Desidero fare a tutti voi i miei complimenti
per l'originalità della vostra iniziativa, che sicuramente
potrà essere di esempio per un modo nuovo di fare convegni
- R.B.
Immenso ringraziamento per il lavoro svolto.
Fa piacere constatare che l'ambiente universitario non si riduce
sempre e solo ad un ripetersi ciclico di lezioni ed esami ma
che scienza e conoscenza vengono affrontate a 360 gradi. Penso
che sia un vanto per la città di Torino. Simpaticissimo
P. versione valletta! - A.M.
E' stata una bellissima esperienza!!!
Abbiamo avuto poche occasioni di vedere "attivamente"
in cosa consiste il nostro lavoro!!! Grazie ancora e avvertiteci
se ci saranno incontri simili! - S.S.
Leggendo svogliatamente degli interventi
in una mailing list mi sono imbattuta in uno strano annuncio
su una iniziativa a Torino: Attivamente: forme concrete dell'intervento
psicologico. La mia attenzione è stata immediatamente
attratta dalla magica parolina: "concrete".... Quella
semplice parolina è bastata per scatenare un interesse
che è via via andato crescendo quando poi ho visitato
il sito internet e ho potuto vedere i laboratori e tutto il programma
di Attivamente. Ho deciso di partire per Torino e ho cercato
di coinvolgere amici e compagni di corso a condividere questa
esperienza. Alla fine, dopo alcune defezioni, siamo partirti
in sei ma, sinceramente, qualche dubbio mi assillava: sarebbero
stati 3 o 4 giorni persi? Avremmo trovato una delle innumerevoli
"bufale" via internet? Il venerdì mattina puntuali
ci presentiamo al punto di iscrizione e con mia somma angoscia
non troviamo nessuno. Già gli amici che ho coinvolto stavano
per saltarmi al collo quando appare qualche faccia simpatica
all'orizzonte che inizia le iscrizioni ai gruppi. Dopo aver ringraziato
il cielo abbiamo scelto i laboratori ed è iniziata questa
bella avventura nelle forme concrete dell'intervento psicologico.
Sono stati tre magnifici giorni. Un laboratorio dopo l'altro,
una serata teatrale dopo l'altra, il nostro entusiasmo cresceva
e contemporamente cresceva anche il rapporto personale tra noi
grazie a qualche maschera caduta durante i vari laboratori. Mi
vengono in mente molte cose da dire su Attivamente ma le cose
fondamentali che hanno fatto di Attivamente una impresa riuscita
sono state: - Concretezza, concretezza e concretezza ... - Gratuità:
a mio avviso questo ha fatto sì che i conduttori che si
sono resi disponibili fossero veramente "convinti"
e coinvolti dallo spirito dell'iniziativa. Chissà perchè
denaro e entusiasmo spesso sono due cose che vanno in direzioni
opposte.... - Coinvolgimento entusiasta (ancora questa parola)
degli organizzatori. Ho provato molta invidia per gli studenti
di psicologia di Torino. Prof. P. non ha voglia di cambiare facoltà
e venire per un po' di tempo a Padova? - Alto livello nella conduzione
dei gruppi. - Clima amichevole e piacevole. - Varietà
dei laboratori proposti e offerta multipla per ogni singola tipologia
di laboratorio. Io ho partecipato venerdì pomeriggio a
psicodramma analitico, sabato mattina a mediazione, sabato pomeriggio
a analisi transazionale, domenica mattina a gruppoanalisi e nel
pomeriggio anche allo spazio vuoto conclusivo con girotondo finale
(!). Nessuno mi ha deluso, da tutti sono uscita con qualcosa
di nuovo e di positivo, anche e soprattutto dal laboratorio conclusivo
di gruppoanalisi tenuto da M.R. e M.R. che hanno voluto mostrare
"l'altra faccia della luna" rispetto ai facili entusiasmi.
Un grazie sentito a tutti e speriamo che Attivamente non finisca
qui. Sarebbe veramente un peccato. Lancio una idea un po' pazza:
perchè non fare un Attivamente itinerante? Ogni anno potrebbe
essere "ospitato" da una università diversa,
perlomeno da quelle università con ancora un po' di entusiasmo
"in corpo"! Un caloroso e sentito saluto a tutti. -
R.R.
La cosa più bella e nuova, in un
mega incontro di psi. il calore e l'accoglienza dell'organizzazione,
la pienezza dei livelli di comunicazione e l'interpretazione
alla finestra.che guardava sorridendo. GRAZIE augurandoci un
ritorno l'anno prossimo- L.F.
Caro F., sono di corsa, ma non voglio
rimandare a domani...... GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE per questa iniziativa
secondo me molto bella e utile. Ti ho molto apprezzato. Credo
che non possa essere finito tutto qui: è stato solo un
inizio di qualcosa che prima o poi prenderà una forma...
magari ci vorrà del tempo... ma, poichè è
stato seminato molto in un buon terreno... qualcosa fiorirà.
Per ora mi fermo qui. Ho molto apprezzato anche tutti quelli
del comitato organizzativo. Salutami tutti quelli che ho conosciuto:
A., L., A. e altri di cui non ricordo il nome!!!!! - C.
Grazie, mi è piaciuto. A una prossima
volta. Ciao!!! A.M.
E' stata un'esperienza molto interessante
quella vissuta a Torino lo scorso settembre. In alcuni momenti
é stata anche travolgente per la quantità e la
varietà degli stimoli proposti, insomma,una arricchente
ventata di conoscenza e di coscienza. Al prossimo viaggio - O.P.
Vorrei essere informato nel caso arrivi
un altro convegno di cui ho sentito parlare molto bene. D.M.
_____________________________
DAGLI ORGANIZZATORI
Riflessioni su Attiva Mente
Gianfranco Verrua
Attivamente o AttivaMente? Gioco
di parole facile, se si vuole, quanto significativo. E, per di
più, non rimasto sul piano della disquisizione, bensì
sceso in campo e fattosi evento vivo: reso coerentemente (o CoerenteMente?)
nell'azione e nel farsi di un convegno di (e non sui) metodi
attivi.
Chiavi di lettura a posteriori dell'esperienza concretizzatasi
a Torino nel corso di tre pienissime giornate di lavoro, scambio
(e perché no? divertimento) ve ne sono molte, e tutte
valide. Ne accenno alcune: l'Università; il contesto e
il coinvolgimento; il fare e il farsi; la comunicazione; il teatro
e la visibilità; la psicologia.
Iniziando dall'ultima: è sempre più evidente che
il senso dell'anima (o della mente) può con grande profitto
uscire della stanza di consultazione e dal rapporto verbale a
due, e la stessa parola chiamata a farsi azione, e nell'azione
rivelare la sua sostanza vitale. E' sempre più chiaro
(grazie anche ad AttivaMente) che il fare in psicologia non è
marginale rispetto al pensare, poichè nell'azione non
soltanto la mente si dispiega e si fa osservabile, ma soprattutto
si costruisce e fa esperienza diretta di se stessa. Affermare
questo principio attraverso un convegno che è vetrina
e laboratorio di metodi non è cosa da poco.
L'uso del setting teatrale (su varie scale) è la conseguenza
più eclatante dei metodi psicologici d'azione. Teatro
che vuol dire luogo della visione e strategie della molteplicità
degli sguardi. Due serate al Carignano (tempio torinese del teatro
tradizionale, denso di velluti, palchi e stucchi dorati) hanno
ricordato ai partecipanti quanto sia attuale e proficuo ricondurre
psicodramma e playback nel luogo tavole del palcoscenico e grande
platea dove ebbero origine attraverso le esperienze di Moreno.
Un congresso organizzato e gestito in ogni suo aspetto via Internet
apre sicuramente nuovi orizzonti, e si rivela sorprendentemente
coerente con lo spirito dei metodi d'azione. Certo perché
fa a meno della carta (più consona a formalismi, burocrazie,
e al sacro rispetto per la parola scritta una volta per sempre)
ma soprattutto perché istituisce collegamenti fluidi,
simultanei e in divenire, rappresentando la realtà di
un qualcosa che si costruisce ed evolve secondo linee di forza
sue proprie.
In questo senso, la comunicazione è stata lo specchio
di un'iniziativa all'insegna del fare e del farsi, dove la disponibilità
e l'inventiva di tutti sono stati forza di propulsione e fonte
di piacevoli sorprese. AttivaMente ha dimostrato una semplice
verità spesso dimenticata: che soltanto facendo si fa.
In una città come Torino tradizionalmente (o per pregiudizio?)
considerata capitale dell'immobilismo culturale, il convegno
ha coinvolto ampia parte delle istituzioni (Regione e Comune,
Ordine professionale, Centri religiosi che hanno fornito spazi
e collaborazione), centinaia di partecipanti, una cinquantina
di professionisti ed esperti che hanno condotto workshop esperienziali
(psicodramma e playback theatre in prima linea).
L'Università come promotrice e organizzatrice diretta
dell'iniziativa (grazie alle idee e all'entusiasmo del preside
della facoltà di psicologia, Felice Perussia, e di alcuni
suoi collaboratori) ha sì reso il convegno importante,
ma soprattutto ha aiutato a capire quali possano essere certi
ruoli e potenzialità in gran parte inesplorate delle istituzioni
accademiche, in un orizzonte di rinnovamento dell'operare psicologico
stesso.
Per chi non ha potuto partecipare, e per tutti, l'attesa che
una così ricca proposta vada avanti e si sviluppi: ce
lo auguriamo vivamente.
_____________________________
Attiva Mente, una riflessione dopo l'esperienza
Andrea Boarino
andrea@dezines.com
Attiva Mente è stato un
grande incontro in cui molte persone, appassionate ed entusiaste,
hanno fatto vivere il loro modo di fare psicologia. Nei partecipanti
ad Attiva Mente, ciascuno ha potuto trovare la voglia di esprimere
e di fare, di comunicare e di conoscere, di comprendere e di
sperimentarsi.
Con Attiva Mente, il terreno della psicologia ha ospitato, come
uno spazio prezioso, la voglia di mettere in azione ciò
che continuamente impariamo a fare: comprendere gli altri e comunicare
con loro, nel modo più ricco e profondo, più umano
e consapevole, più utile e solidale.
Attiva Mente è stato soprattutto un'opportunità
per praticare la psicologia, di vederla in azione e di misurare
noi stessi, ancora una volta, nel passaggio dallo studio all'applicazione,
dal dire al fare, dal teorizzare all'agire e, più concretamente,
al vivere.
Una grande comunicazione e partecipazione emotiva è stata
presente in molti dei momenti di Attiva Mente. In molti partecipanti
è affiorato, forte e netto, il sentimento di vicinanza
e di condivisione delle esperienze e delle qualità umane
che tutti accomunano.
Attiva Mente ha dato a ciascuno la possibilità di vivere
in prima persona, su di sé e nel proprio gruppo, la pratica
della psicologia. Ha offerto a molti l'opportunità di
trovarsi di fronte, con il pensiero e l'emozione, con la razionalità
e con l'anima, alla situazione ed alla relazione creata e governata
secondo tecniche e modelli teorici che si erano prima conosciuti
solo sui libri.
Certamente nei nostri studi ci accompagnano la difficoltà
ed il dubbio, la molteplicità e la complessità,
ma in tutti i partecipanti ho visto la fiducia in ciò
che lo studio e la pratica della psicologia dà a ciascuno.
Ho scorto la fiducia in un proprio saper fare, in certe abilità
e in tecniche, in conoscenza e competenza: sono elementi forti
e deboli allo stesso tempo, costruiti con fatica. Sono parti
che mettiamo alla prova quando ci si incontra e, lealmente e
semplicemente, si fa e si sperimenta. Esse diventano nostre quando
ci si confronta con gli altri e con la realtà, ma soprattutto
con le proprie difficoltà.
Con Attiva Mente, osservare e partecipare a tante diverse applicazioni
del sapere psicologico, ha consentito a tutti di rilevare molte
delle analogie e delle differenze che si possono cogliere tra
modelli d'intervento e scuole psicologiche diverse. Il quadro
d'insieme offerto da Attiva Mente è stato certamente quello
di una scienza psicologica sfaccettata e multiforme. In essa,
però, la ricchezza delle espressioni diverse è
riunificata da una comune ed efficace attenzione alla persona
ed al rispetto della sua capacità di auto-realizzazione
e di formazione personale.
Attiva Mente è stato anche un momento per conoscersi e
riconoscersi, come psicologi e come persone, uniti da un interesse
condiviso e forte, e dalla voglia di veder funzionare in modo
efficace e benefico, per noi e per gli altri, un sapere ed un
fare psicologico in cui crediamo.
Attiva Mente è stato una preziosa occasione per conoscere
ed osservare all'opera un numero considerevole di maestri
che molto sanno e dai quali molto si può imparare. E'
stato anche un'occasione per ciascuno di vedersi come parte di
una comunità che studia, ricerca ed apprende, fatta di
uomini e donne in cui è possibile distinguere una profonda
dimensione umana e personale.
Attiva Mente si è realizzata in quaranta laboratori diversi
ai quali hanno partecipato quasi quattrocento persone, nei tre
giorni di attività. Inoltre, in due serate, la psicologia
e centinaia di suoi cultori sono stati ospiti del più
illustre e antico teatro di Torino, il Carignano. Con Attiva
Mente la psicologia ha avuto il posto d'onore nel contesto sociale
e nella cultura al più alto livello.
Quasi cento sono stati gli psicologi conduttori che hanno alimentato
in vario modo alle attività di Attiva Mente ed è
stato inaspettato ed incoraggiante l'entusiasmo e la generosità
che hanno dimostrato nell'offrire la loro opera a favore di tutta
la comunità dei colleghi e degli studenti. Molti conduttori
non hanno esitato ad affrontare spese e disagi per essere tra
gli artefici di Attiva Mente, nonostante la distanza, spesso
molto grande, e gli impegni della propria professione. Dobbiamo
a loro se Attiva Mente è stata una manifestazione molto
ricca, ma accessibile a tutti. E' stata, questa, un'ulteriore
prova di quanto, in molte persone, l'amore per lo studio, per
la psicologia, per il proprio lavoro, possa moltiplicare l'impegno
e superare molte difficoltà. Il desiderio ed il piacere
di condividere generosamente, con i colleghi e con i giovani
che iniziano, le proprie competenze e conoscenze, è un
grande merito che dobbiamo loro riconoscere.
Sin dal suo annuncio, i partecipanti hanno risposto all'invito
di Attiva Mente in modo entusiastico da tutta l'Italia ed il
passaparola ha compensato la difficoltà di molti ad essere
raggiunti dalle comunicazioni degli organizzatori, trasmesse
via Internet. Il sito WEB di Attiva Mente ha avuto più
di 2500 visite e nella casella di posta elettronica sono arrivate
e partite più di 3000 lettere.
Il giorno di apertura, finalmente, la presenza fisica di tante
persone, in qualche momento concentrate in un unico spazio, ha
reso sorprendentemente reale e piacevolmente umana quella voglia
di partecipare che, nelle settimane di organizzazione, sembrava
impalpabilmente "virtuale". E' solo in quel momento
che chi si è trovato tra gli organizzatori ha sentito
il piacere ma anche la responsabilità di aver contribuito
a costruire un evento che così tante persone dimostravano
di desiderare.
I commenti di chi ha partecipato ad Attiva Mente sono stati spesso
molto favorevoli. Tra gli apprezzamenti più significativi
che ha ricevuto chi, come me, ha partecipato all'organizzazione,
vi è la richiesta, espressa da molti, che Attiva Mente
non resti un evento isolato ma possa ripetersi e tornare ad offrire
quella stupenda occasione d'incontro e di esperienza che ha coinvolto
profondamente tutti noi.
Attiva Mente è nato dalla visione e dalle idee di Felice
Perussia che lo ha voluto con determinazione, difendendone le
caratteristiche di evento universitario e pubblico, aperto alla
collaborazione ed alla partecipazione gratuita di tutti. E' grazie
al suo lavoro di organizzazione e di relazione con le persone
e con le istituzioni che Attiva Mente ha potuto offrire a molti
un'esperienza importante, per molti versi unica, nel panorama
psicologico attuale.
Ringrazio Felice Perussia di avermi voluto al suo fianco in questa
esperienza preziosa ed entusiasmante di collaborazione, e per
quanto, della sua competenza e del suo esempio, ho potuto far
tesoro. Un grazie a Renata Viano, collega brillante e capace
senza il cui contributo Attiva Mente non sarebbe stato così
bello. Desidero, inoltre, esprimere il mio ringraziamento ai
colleghi del comitato organizzatore, a tutti i partecipanti,
ai conduttori e a tutti quelli che hanno aiutato l'organizzazione
con comprensione e con spirito di collaborazione.
_____________________________
C'ero anch'io
Maria Bongiovanni
14 novembre, due mesi dopo il
convegno ritrovarsi a scrivere del convegno......La mente
ritrova la luce di quel giorno (oggi è grigio inverno)
il caldo, le immagini......La prima giornata del convegno appuntamento
a Palazzo nuovo per le iscrizioni. Arrivo a Palazzo nuovo non
c'è niente che assomigli ad un tavolo per accogliere le
iscrizioni, ma due persone che arrivano da lontano chiedono informazioni
sul convegno sulle iscrizioni. Bisogna mantenere la calma, rispondere
e cercare di capire cosa succede. L'apparato burocatico dell'Università
nega di saper alcunchè del Convegno, so che non è
così abbiamo preso dei contatti per avere a disposizione
i tavoli nell'atrio......Trovo gli studenti del "Faro"
che daranno una mano per le iscrizioni, il loro aiuto si è
dimostrato prezioso e simpatico. Spero nell'arrivo di Perussia,
so che l'autorità riconosciuta faciliterà la risoluzione
del problema di come allestire i tavoli e tutto ciò che
occorre per l'iscrizione. Eccolo e in men che non si dica ecco
materializzarsi i tavoli e ....... E la macchina parte ed è
una strana macchina a partire dentro l'Università e che
non sembra aver molto a che fare con l'Università stessa.
Ripenso oggi all'apertura del Convengo alla mia partecipazione
ai lavori soprattutto in quel momento, ma non ritrovo niente
che abbia a che fare con il mio ruolo di lavoro. Nel "come"
ho vissuto il ruolo ritrovo la considerazione che il convengo
è stato fuori dagli schemi dei convegni organizzati solitamente
nella realtà universitaria. E si presenta la parola attiva-mente,
la sensazione che questa parola scritta così "attiva
- mente" abbia in qualche modo dato accesso ad altre dinamiche
e abbia aperto altre possibilità. Oso azzardare e dire
che abbia offerto la possibilità di mettersi in "
gioco", oltre ruoli pre-definiti, attraverso un gioco, che
proprio gioco non è.
Ed è stato lo stesso filo che ha unito in unica trama
organizzazione, laboratori, serate teatrali, ed si è potuto
giocare il/i proprio/i ruolo/i con più sfaccettature (
ancora "attiva-mente" si presenta con prepotenza...).
E così ho vissuto la possibilità di essere parte
dell' organizzazione e dell'istituzione e di poter partecipare
ai laboratori percorrendo strade che portano ad uno sguardo "altro"
verso il centro dell'essere intimo e sociale, centro di relazioni
e inter - relazioni in costante dinamica fra differenti polarità.
Un'esperienza in cui si è ribaltato il concetto di organizzazione
non verso la disorganizzazione, ma verso un'organizzazione in
divenire e attiva...
Un assaggio di diverse possibilità di tecniche attive
anche nella formazione e nelle organizzazioni, che hanno aperto
domande e curiosità, e la spinta a cercare di soddisfare
le curiosità e le domande.
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Attiva Mente dal backstage
Renata Viano
renataviano@tiscalinet.it
Premetto: è un arduo compito
per me approntare riflessioni scritte sul festival dell'azione
ovvero Attiva Mente. Forse perché in questa occasione
si sono rovesciati i parametri normali di relazione, cioè
dal pensiero-comunicazione verbale, modalità prevalente
nello stile comunicativo quotidiano, all'atto-comunicazione analogica
del qui e ora.
Comunque provo.
E' stato entusiasmante esserci (come dire, nel posto giusto al
momento giusto) mentre prendeva forma l'ipotesi del primo congresso
italiano in tecniche attive di formazione personale, strutturare
concretamente l'idea costruendo il contenitore che ha prodotto
Attiva Mente e finalmente: esserci durante la grande messa in
scena collettiva a settembre.
Cos'è stato per me Attiva Mente? Un potente processo maieutico,
che mi ha portata ad acquisire competenze di cui non saprei fare
l'elenco ma che sento di avere cumulato. E' stato un concentrato
(per) formativo.
Io, abituata a partecipare, poco invero, a congressi "canonici",
dove l'aspettativa era capire qualcosa, avere una testimonianza,
ad esempio circa: cosa volesse dire essere uno psicologo, cosa
fanno gli psicologi nel mestiere, dati di ricerche sulla professione,
casi, ecc.
Ma anche per un motivo molto più basale e banale: riconoscermi
come appartenente alla categoria "psicologo", che forse,
a parer mio, è uno dei motivi più gettonati che
spinge gli studenti, gli studiosi e i curiosi, insomma "il
popolo della psiche", ad andarsi ad annoiare come in un
giorno di pioggia ai congressi.
Identificazione e specchio: le parole chiave.
Ovvero confermare se stessi.
Inutile dire, data la premessa, che non ci ho mai trovato niente
di niente di tutto questo, se non a tratti, così rari
da farmi pensare si fossero sbagliati.
Ma il "down post-laurea" rispetto alla psicologia è
fisiologico, dicono le ricerche, sarà forse questo?
Certo è che in queste occasioni (i congressi classici)
ho imparato moltissimo, perché imparare, si impara sempre.
Penso che, nella maggior parte dei casi, gli attori del movimento
psicologico si riuniscano in piccole-medio-grandi, più
o meno scintillanti, conventions di scambio, in cui le scientifiche
tavole rotonde assolvano la funzione di contenuto "manifesto"
e assai più importante sia la definizione delle logiche
interne al sistema, non tanto fare il punto della situazione
sull'applicazione della disciplina.
Ho quindi il sospetto che l'operatività stia in un altro
luogo, così è, del resto: ogni casa ha le sue regole.
Sono consapevole di snocciolare ovvietà dicendo che il
tempio della scienza è lontano anni luce dal concreto,
ma mi piace esplicitarlo, perlomeno a me stessa, perché
penso che la linea inaugurata da Attiva Mente sia stata una piccola
rivoluzione: un concreto pacchetto formativo all'Università.
Incredibile!
La missione di Attivamente è stata opposta, ed è
per questo che ho partecipato con grande passione alla sua costruzione:
operare in concreto.
Attiva Mente è stato il primo congresso a cui abbia partecipato
il cui obiettivo era capire, sperimentando in vivo, la pratica
professionale di una parte del movimento psicologico, parte che,
in senso lato, può essere inserita sotto l'ombrello teorico
della terza forza.
Quelle tre giornate di settembre sono state una sorta di finestra
sulla psicologia concreta, ovvero sulla gestione attiva (poche
chiacchiere e molto fare) dei gruppi secondo diverse modalità
tecniche.
Le diverse modalità tecniche veicolate in quello spazio
dedicato all'azione, il cui filo rosso che le collega è
il contenuto esperienziale dell'atto invece che del pensiero,
sono solo alcuni dei tanti modi di concepire il "fare psicologico".
Ma il fatto per me importante è che, per la prima volta
ad un congresso, la mia identità professionale e soprattutto
il mio modo di sentire, siano stati in comunione con aspetti
reali della pratica lavorativa sul campo. Questo vale, nonostante
io abbia partecipato poco ai vari laboratori, poiché agendo
nell' organizzazione, sono stata maggiormente assorbita dal fare
funzionare il contenitore più che dal gustarmi il contenuto.
In tutta sincerità posso dire di avere vissuto la continuità
tra teoria e pratica e anche, in qualche modo, di avere trovato
una via per avvicinare, il significante e il significato dell'etichetta
"psicologo" che mi porto addosso.
Attiva Mente mi sembra sia stata una testimonianza circa il fatto
che è possibile fare, oltre che teorizzare, e che abbia
lasciato sufficiente motivazione a qualcuno perché si
prosegua in quella direzione. Come cita una mia preziosa compagna
di viaggio: "in un bel posto ci si lascia sempre qualcosa
così da poterci tornare". E per "bel posto"
intendo un "Prossima Mente", ovvero aspetto la prossima
mente che abbia voglia di inventare uno spazio fisico dove poter
tornare a fare.
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Commenti personali ai tre giorni di forme
concrete dell'intervento psicologico
Giorgio Giavazzi
Personalmente, in questo passato
evento di tre giorni, ho avuto una duplice opportunità.
La prima, è stata quella di fare parte dell'organizzazione
di questo maxi-stage, aperto a tutti gli interessati. Semplici
curiosi o addetti ai lavori che fossero. Secondariamente, ho
avuto anche la possibilità di partecipare ad alcuni laboratori,
nonché di osservarne altri nel durante. Parlo d'opportunità
perché ritengo che raramente sia possibile accedere ad
esperienze, così dirette ed agite, di forme di intervento
psicologico. Noi studenti di psicologia apprendiamo i massimi
sistemi e le metodologie di questa scienza. Ma proprio in ambito
universitario poco ci è dato intravedere, se non per iniziative
personali, di ciò che concretamente è svolto da
chi esercita questa professione. Con questo non voglio inserire
una critica al sistema universitario, bensì sottolineare
quanto sia stato importante per me partecipare ad Attiva Mente.
L'esserci mi ha fatto riflettere, permettendomi di confrontare
fra loro modelli e teorie differenti e di valutarne l'applicabilità
sul campo. Sono riuscito anche a conoscere e a farmi un'idea
di alcune metodologie, sempre di carattere psicologico, di norma
poco conosciute. Esse, a causa della loro giovane età,
spesso non sono ancora inserite nei nostri programmi di studio.
Rimangono così, a latere, oscurate nell'ombra delle enormi
bibliografie di teorie di più lunga data. Orbene AttivaMente
è stato da me vissuto come un luogo ove avvicinarsi a
queste teorie, nella libertà di poterne trarre delle valutazioni
soggettive. Una carrellata dinamica, perché agita, ove
appunto valutare le loro potenzialità. Tutto ciò
si è svolto in un ambiente particolare. In un clima disteso,
per altro voluto e ricercato. Senza quelle rivalità di
bandiera che tanto nuocciono al sapere, iconizzandolo e trasformandolo
in integralismo culturale, o peggio ancora in dogma. Ciò
ha permesso agli organizzatori e ai relatori, intervenuti, di
lavorare al meglio in un giusto mix tra professionalità
e leggerezza. Il che non significa che la mia visione di AttivaMente
corrisponda a quella di un'allegra scampagnata, da cui tutti
sono tornati entusiasti. Si è discusso: non sono mancati
i momenti di critica, personale o pubblica, sul tal laboratorio
piuttosto che su di un altro. Resta che questa leggerezza è
stata trasmessa ai partecipanti favorendo la loro attivazione.
Perlomeno questo è stato il mio sentire. In più,
per ciò che concerne la mia persona, particolare rilevanza
hanno avuto le due serate al Teatro Carignano. Difatti ho potuto
assistere a due momenti differenti, una serata aveva come tema
lo psicodramma un'altra il playback theatre. Serate condotte
rispettivamente da Andrea Cocchi e Nadia Lotti. Ed è stato
proprio il poter vedere condurre, due direttori, che non avevo
mai visto lavorare prima di allora, spunto di riflessione e crescita
sugli studi da me intrapresi. Altro particolare di AttivaMente,
che confesso mi ha molto sorpreso, è stata la totale mancanza
di fondi. Il tutto è stato organizzato cioè sotto
il patrocinio dell'Università degli Studi di Torino, ma
senza che quest'ultima abbia stanziato alcunché. Né
alcunché è stato chiesto ai partecipanti. O è
stato dato agli intervenuti. Così come gli spazi fisici,
esterni a quelli dell'Università, che sono stati concessi
gratuitamente; a seguito di pazienti pellegrinaggi per tutta
Torino. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato reso
possibile grazie all'organizzazione e alla dedizione di un gruppo
che si è mosso. Tutto si è basato sulla voglia
di fare. Per puro interesse o passione. Voglia di fare con la
quale questo gruppo iniziale ha contagiato molte persone. Tale
gruppo, che ho la fortuna di conoscere personalmente (ed io non
mi ci metto poiché il mio contributo di fronte al loro
è stato esiguo), hanno investito energie e tempi in quest'AttivaMente.
Cosa hanno raccolto? Innanzi tutto un indubbio successo: il numero
degli iscritti ai laboratori E' stato di tre volte superiore
alle più rosee attese. Secondariamente penso che anche
loro, come me, abbiano allargato i loro orizzonti riguardo alle
tecniche di intervento psicologico. Cosa mi ha lasciato AttivaMente?
La voglia di fare, di approfondire il mio sapere riguardo alle
tecniche psicologiche agite, quali in primis lo psicodramma.
Oltre a ciò AttivaMente mi ha dimostrato che con queste
ultime, visto anche che non solo di gloria si vive, esiste la
possibilità concreta di lavorare. Cosa non mi ha convinto
di AttivaMente? Che alcuni dei conduttori dei laboratori, invece
di agire si siano limitati a descrivere le tecniche da loro utilizzate
nell'esercizio della professione. Sono stati veramente pochi
ma ce ne sono stati. Che alcune facce di bronzo, tra gli iscritti
come partecipanti, si siano lamentate della dislocazioni delle
sedi piuttosto che della mancata presenza del loro cognome in
qualche lista. Ma a qualche d'uno ho anche risposto per le rime.
In sostanza le questioni che non mi hanno convinto sono quisquilie.
Molte persone, durante gli ultimi incontri si sono avvicinate
al mio improvvisato, ma ben organizzato help-desk, chiedendomi
se si farà un AttivaMente Due. A tutte ho risposto che
un secondo AttivaMente sarà probabile, ma non sicuro.
E quindi di tenersi informati, vista la disponibilità
di un sito internet. Sinceramente spero ci possa essere un nuovo
AttivaMente, e nel qual caso voglio esserci anch'io perché
il primo, come ho già detto, mi è servito.
Il 30 luglio 2004 abbiamo
introdotto un contatore generale, che registra gli accessi a
tutte le pagine dei siti collegati al LABORATORIO di Ricerca
e Sviluppo.
A partire da quel momento,
le visite al LABORATORIO di Ricerca e Sviluppo dedicato alla
Persona sono state:
Grazie per esserci venuti
a trovare.
Arrivederci a presto.
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